Scuola: ancora troppi i problemi da risolvere,
prima di tutto le cattedre vuote
Sono tanti i provvedimenti che mancano, a pochi giorni dall’inizio della scuola, per assicurare il rientro in sicurezza e garantire il diritto allo studio e non si tratta solo di mascherine e di banchi monoposto, anche se ad oggi ne abbiamo disponibili solo 100.000 su 2.400.000.
Siamo davanti innanzitutto all’enorme problema dei posti vuoti, effetto anche dell’impuntatura del Ministro Azzolina, che non ha voluto assumere con procedura semplificata il personale con tre anni di servizio per poi procedere successivamente alla sua selezione e che in tal modo ha allontanato la possibilità di avere 32.000 posti docenti in più coperti a settembre.
Dai decreti pubblicati sui siti ufficiali degli uffici scolastici regionali emerge che le immissioni in ruolo, ad oggi, sono poco più di 22.000 su un contingente di 85.000, meno del 30% dunque di quanto autorizzato, mentre le richieste per la call veloce come era largamente previsto, superano di poco le 2.000 unità.
Il numero delle supplenze per quest’anno forse non arriverà a 250.000 come sostiene Azzolina, ma di sicuro raggiungerà l’altrettanto spaventosa cifra di 200.000 unità.
Sono necessari provvedimenti straordinari sugli organici, anche su quello ATA, che, vista l’esigenza di costante igienizzazione richiesta dalla pandemia, va profondamente rivisto assicurando in ognuno dei 42.000 plessi scolastici italiani, almeno 1 collaboratore scolastico in più.
Per i docenti dell’organico aggiuntivo bisogna eliminare la stortura che ne consente il licenziamento senza alcun indennizzo in caso di didattica a distanza e superare le norme che impediscono di convocare un supplente fin dal primo giorno di assenza del titolare (questa possibilità non deve valere solo per gli eventuali supplenti nominati per l’emergenza COVID).
Tantissime segreterie sono senza direttore dei servizi, il concorso per queste figure ha coperto solo 1.100 posti sui 3.378 disponibili. Va risolta questa annosa questione facendo subito il concorso riservato ai Facenti Funzioni DSGA con tre anni di incarico.
I numerosi errori contenuti nelle nuove graduatorie per le supplenze (GPS) stanno mettendo a dura prova la tenuta dell’intero sistema, anche per l’indisponibilità del MI a correggerli centralmente invece di scaricare quest’onere, in un periodo di per sé complicato, sugli uffici territoriali e sulle scuole.
Mancano le disposizioni per utilizzare i “lavoratori fragili” anche laddove emergesse l’esigenza di mettere in quarantena il personale. Il Ministero batta un colpo e concordi per via contrattuale questa materia, come da impegno preso nel protocollo sulla sicurezza del 6 agosto scorso.
Occorrono misure rapide ed efficaci e relazioni sindacali costanti e corrette. Se è vero che la riapertura delle scuole in presenza e in sicurezza è la priorità delle priorità per il Paese, serve un’assunzione di responsabilità da parte del governo nel suo complesso per affrontare e risolvere questi problemi aperti.